Roma Tango Argentino
CLASSI E STILI DEL TANGO ARGENTINO, PATRIMONIO DELL’UMANITA’, RACCOLTI INSIEME PER OFFRIRE UN PANORAMA COMPLETO DEL TANGO, DELLA MILONGA, DEL VALS, DELLE SCUOLE, DELLA STORIA E DELLE TRADIZIONI DI QUESTO BALLO CHE HA INCANTATO IL MONDO, E SI INZIA DALLA SCUOLA.
Si inizia a studiare il tango nelle scuole, per andare a ballarlo nelle milonghe
« Il tango è un pensiero triste che si balla »
(Enrique Santos Discépolo)
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Dalla Guardia Vieja
Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX si colloca la genesi e sviluppo del Tango a Buenos Aires e Montevideo le due capitali sulle sponde del Rio della Plata.
Queste due città si presentavano in forte espansione urbanistica e demografica grazie alla massiccia immigrazione di europei, soprattutto italiani e spagnoli.
Gli ambienti del Tango in questo periodo sono ambienti marginali, propizi alla fusione degli elementi apportati dalla tradizione rurale e culture delle popolazioni appena arrivate e quelli delle popolazione rioplatense pre-immigrazione.
Il Tango in origine è pertanto un “meticcio” generato dall’incontro di diverse culture.
La lingua usata è quella del nuovo popolo che si sta generando: il lunfardo un idioma pieno di espressioni italiane ed africane.
Il ritmo ricorda per alcuni versi l’habanera cubana ma anche il malambo e il candombe, ritmi che sono alla base delle abitudini dei gauchos (mandriani della Pampa) che migrarono nelle città. Un miscuglio indecifrabile genera il popolo di Buenos Aires e da questo miscuglio nascono nuovi usi e costumi.
I luoghi del Tango sono umili come le sue origini, luoghi di consolazione per le persone che soffrono la lontananza dai Paesi di origine: angoli di alcune vie, nei cortili dei conventillos (case con molte stanze in cui vivevano gli immigrati da soli o con le proprie famiglie), nel peringundín (locale di vendita e consumo di bevande) e nei luoghi destinati al divertimento maschile in cui i clienti pagano per ballare con donne capaci di seguire i loro movimenti improvvisati.
In questo primo periodo il Tango non viene praticato dalle classi medie e alte, solo in un secondo momento verrà accettato per poter poi divenire una moda nei grandi saloni delle capitali europee. Per fare riferimento al Tango di questo specifico momento si parla in genere di “Vecchia Guardia”e uno degli elementi che meglio lo caratterizzano è l’improvvisazione in tutti i sensi, gli stessi musicisti di Tango non sono, in questo periodo, dei professionisti ed in genere non sono remunerati.Le prime formazioni musicali erano costituite da tre, quattro strumenti facilmente trasportabili ad esempio il flauto, il violino, la chitarra, il bandoneon.All’inizio del XX secolo il pianoforte si sostituisce alla chitarra inaugurando la formazione classica delle orchestre di tango.Tra gli autori più conosciuti della Vecchia Guardia (indicativamente fra gli anni 1900 e 1920) vi sono Angel Villoldo, Roberto Firpo e Francisco Canaro.Dal 1880 al 1920, nel periodo denominato Vecchia guardia, una delle due circostanze storiche di maggior rilievo nello sviluppo del tango, vi è un periodo di genesi e sviluppo degli elementi che poi definiranno questo genere musicale.
Il tango che nasce in questo periodo è un ibrido di altre specie popolari come il candombe, la milonga, il tango andaluz o la habanera ed è circoscritto ai gruppi marginali della città. Per questo motivo viene rifiutato dalle classi medie e alte e solo nel 1910, periodo di successo internazionale, il tango verrà accettato per poter poi divenire una moda nei grandi saloni delle capitali europee.
Inizialmente il tango veniva eseguito da un trio formato da violino, chitarra (o fisarmonica) e flauto. Alcuni tanghi erano poi scritti per pianoforte solo o pianoforte e voce. Nel ‘900 il trio divenne pianoforte, violino e bandoneòn (uno strumento simile alla fisarmonica).
In seguito si iniziarono a formare vere e proprie orchestre. I nomi dei maggiori compositori di musica a partire dai primi anni del Novecento fino all’età d’oro, quella degli anni ’30 e ’40, Aníbal Troilo, Juan Maglio ”Pacho”, Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Pugliese, Francisco De Caro, Enrique Delfino, sono tutti figli di italiani (gli argentini in generale sono figli di immigranti).
Molto spesso oltre a incisioni uniche e famose, non è raro imbattersi in molte versioni di uno stesso brano con orchestre e cantanti diversi. Fra i cantanti vanno ricordati Carlos Gardel detto “el Zorzal”, Carlos José Pérezpiù noto come “Charlo”, Angel Vargas, Roberto Goyeneche detto “il polacco”, Edmundo Rivero, Julio Sosa, Nelly Omar, Libertad Lamarque, Tita Merello, Lita Morales, Maria Graña, Alberto Podestà, Alberto Castillo, Carlos Paiva, Antonio Maida, Hugo del Carril, Horacio Lagos, Abel Cordoba. Il cantante del momento in questi ultimi decenni è stato senza dubbio Juan Darthés.
Tra i musicisti e orchestre: Horacio Salgán, Juan D’Arienzo, Astor Piazzolla, Francisco Canaro, Edgardo Donato, Carlos Di Sarli, Aníbal Troilo, Osvaldo Pugliese, Alfredo Gobbi, Alfredo de Angelis, Julio De Caro, Osvaldo Fresedo, Angel D’Agostino, Ricardo Tanturi, Héctor Varela, Enrique Rodriguez, Angel Vargas, Orquesta Tipica Victor.
La musica del tango ha sempre continuato ad evolversi, negli anni sessanta del novecento nel Tango Nuevo (iniziato da Astor Piazzolla) e, negli ultimi anni, nel tango elettronico. Anche questi generi musicali sono nel repertorio dei migliori ballerini contemporanei. Seppure manifestate nel medesimo periodo occorre distinguere come le due definizioni non coincidono. Il termine Tango Nuevo si sposa perfettamente con un nuovo stile interpretativo del Tango ballato che ha raggiunto la sua codifica con i contributi determinanti dei ballerini nonché Maestri, Gustavo Naveira, Fabian Salas e successivamente l’eclettico Mariano “Chico” Frumboli. Questo stile è diffusamente utilizzato anche per interpretare musiche degli anni ’30 e ’40. Col termine Tango Elettronico invece si vuole identificare uno stile musicale nel quale la battuta elettronica si sostituisce al classico “compas” del tango tradizionale.
Gli interpreti ballerini di tango elettronico attingono a piene mani dal Tango Nuevo.
Nel tango elettronico sono da evidenziare le orchestre: Gotan Project, Otros Aires, Tanghetto, Narcotango, Electrocutango e Bajofondo Tango Club.
Fra i Musicalizadores più famosi occorre menzionare Felix Picherna come “Custode dell’Arte del Tango” così come designato dall’Academia National del Tango di Buenos Aires.
Il tango è un ballo basato sull’improvvisazione, caratterizzato da eleganza e passionalità. Il passo base del tango è il passo in sé, dove per passo si intende il normale passo di una camminata. La posizione di ballo è un abbraccio frontale più o meno asimmetrico, a seconda dello stile, in cui l’uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano, creando quindi una maggiore distanza tra la spalla sinistra dell’uomo e la destra della donna.
Poche regole semplici dettano i limiti dell’improvvisazione: l’uomo guida, la donna segue.
Fondamentalmente è l’uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di spostarsi.
Il tango argentino è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo: Il Tango, la Milonga e il Tango vals.
Musicalmente il Tango ha un tempo di 4/4 o 2/4, come la Milonga, mentre il Tango Vals, che deriva dal Valzer ha tempo 3/4.
I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche, o ai quartieri di Buenos Aires o cittadine nella sua vicinanza, dove si sono contraddistinti. Alcuni stili di ballo sono: Apilado, Milonguero, fantasia, salòn, show, Avellaneda, Villa Urquiza, nuevo.
Tra i ballerini più famosi vanno citati Miguel Balmaceda, Antonio Todaro, Pepito Avellaneda, Juan Carlos Copes, Miguel Angel Zotto, Osvaldo Zotto, o Carlos Gavito, noto per aver introdotto un tipico abbraccio “sbilanciato” (apilado), Gustavo Naveira y Giselle Anne, che con Fabian Salas e Pablo Veron sono alla base dell’evoluzione del tango moderno, Mariano “Chicho” Frumboli, Esteban Moreno y Claudia Codega, Adrian Veredice y Alejandra Hobert, Sebastian Arce y Mariana Montes.
Se poi vuoi ballare il Tango a Roma uno dei posti più belli che puoi trovare è il THE WALL, uno spazio veramente accogliente e pieno di calore gestito dalla Scuola Tangoinprogress.
Alle origini del tango argentino troviamo il “Canyengue”, intorno al 1880. Tipici i movimenti rapidi e corti (arraballero). Soppiantato negli anni quaranta. Lo stile milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto e movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti. Uno stile sobrio, semplice e passionale. I ballerini spesso si appoggiano l’uno all’altro e l’asse individuale viene sostituito da un asse condiviso attorno al quale si muove la coppia. Il tango salon, nato nel passato nei salotti dell’aristocrazia, è caratterizzato da abbraccio più largo rispetto al milonguero, maggior rispetto per l’asse individuale, una ricerca per l’eleganza e la spettacolarità del movimento.
Negli show o spettacoli vari sia in teatro che nelle strade i ballerini si esibiscono nello stile detto “Tango show” caratterizzato da figure coreografiche e passi di forte effetto spettacolare.
Negli anni ’60 e ’70 si afferma il tango fantasia, che molto si distacca dal tango tradizionale. Negli anni 2000 si è sempre più affermato un genere noto come Tango Nuevo ballato soprattutto sulle note del tango elettronico. Un movimento vero e proprio si è venuto a creare attorno alla ricerca costante di nuove forme di movimento nel Tango, in Europa e di ritorno nella stessa Argentina.
In tutto il mondo si assiste ad una diffusione del tango capillare, in costante crescita dal 2000; segno di questo è il proliferare delle milonghe, cioè i luoghi dove si balla e si “vive” il tango, e la nascita di compagnie che rappresentano il Tango sul palcoscenico e di orchestre. Festival ed eventi di tango sono ormai presenti in quasi tutte le grandi e medio-grandi città del mondo. In Europa grande diffusione ha avuto il tango nei Paesi Bassi ed in Francia, di seguito in Italia (patria d’elezione per molti artisti argentini, di origine italiana) ed in tutte le altre nazioni europee.
L’andamento del ballo in milonga, si svolge in senso antiorario, partendo dal bordo della pista.
In una milonga frequentata da molti ballerini, lo spazio in pista è solitamente ristretto e, poiché il tango è improvvisazione, non è facilmente prevedibile come la singole coppie interpreteranno il brano musicale che stanno ascoltando.
Di conseguenza, non potendo assolutamente prevedere cosa succederà alle spalle dell’uomo (che guidando, ha la responsabilità della coppia), costui deve assolutamente evitare di fare dei passi contromano, cioè nella direzione contraria al senso di ballo, o meglio gli eventuali passi indietro, andranno fatti possibilmente, verso il centro della pista e/o nella direzione di ballo.
Di regola, i ballerini più esperti dovrebbero occupare la parte più esterna della pista, che teoricamente consente maggior velocità.
In realtà, non è raro vedere dei tangueri (esperti e non), che si preoccupano esclusivamente del “proprio tango”, piuttosto che dell’armonia della pista, rasentando nel ballo più l’esibizione (magari perché “troppo rapiti” dall’emozione innescata dalla musica che ascoltano in quel momento), piuttosto che la passione del tango vera e propria.
Il linguaggio del corpo è prerogativa del tango e quindi, durante la durata del ballo, la coppia non comunica con le parole, le quali interromperebbero l’armonia che si forma in quel momento, dove la musica si trasforma in movimento.
Il momento più opportuno per poter parlare, va da dopo che è terminato il brano che compone la tanda, all’inizio di quello successivo, in cui magari brevemente ci si presenta al partner con cui si è ballato (se per esempio questo/a è la prima volta che lo/a si incontra), per poi riprendere nuovamente a ballare in silenzio, e così via fino alla fine della tanda stessa.
Di solito, al termine della tanda la coppia si scioglie, ma è comunque la donna a far capire all’uomo, se può continuare a ballare anche quella successiva.
La musica in milonga viene proposta dal musicalizador (il direttore musicale del tango), in gruppi di brani chiamati tandas, solitamente composta da 4 tangos o 3 milongas o valses.
Un buon musicalizador è quello che riesce a creare tande “coerenti”, cioè che hanno una continuità per orchestra/direttore/periodo/tipologia dei brani, seguendo quella che viene definita in gergo, “colore della tanda”.
La Tanda fa parte di un concetto ancora più ampio, il cosiddetto “Giro di Tandas”; Si considera un “giro” completo, dopo che siano stati eseguiti
- 4 tanghi,
- 4 tanghi,
- 3 Vals,
- 4 tanghi,
- 4 tanghi,
- 3 Milongas
- per poi ricominciare nuovamente. Si avrà sempre quindi un 4-4-3 + un 4-4-3 per avere un giro di tandas completo.
La cortina è un brano musicale di genere diverso da quelli del tango e che sancisce la fine della tanda. Quasi sempre non è ballabile e solitamente ha una durata inferiore al minuto.
La cortina ha comunque un triplice scopo:
• consentire di sciogliere, senza creare situazioni imbarazzanti, la coppia che si era formata a seguito della mirada/cabeceo, ritornando a sedere per un altro invito;
• permettere ai singoli ballerini, di attraversare liberamente la pista, poiché farlo durante la tanda costituirebbe motivo d’intralcio per le coppie che ballano;
• permettere al musicalizador un cambio di stile musicale.
Delle volte, alcuni musicalizador inseriscono nel loro repertorio una o due cortine ballabili di durata molto più lunga di quelle normali, proponendo per esempio, brani di genere rock o salsa, accontentando quei ballerini presenti in milonga, che non ballano esclusivamente tango.
Ciò accade quasi sempre, in quelle circostanze in cui il musicalizador conosce il “suo” pubblico, assecondando il più possibile i diversi gusti musicali dei tangueri, dato che le milonghe sono frequentate da una popolazione di ballerini molto eterogenea, non solo per quel che riguarda l’età.
Una nota particolare sulla chiusura della serata in Milonga, è l’utilizzo della Cumparsita – quale brano universale.
Un bel tango non è necessariamente caratterizzato da molte figure. Ridurre il tango a un susseguirsi di figure può essere un grave errore. Il Tango è costruito nel momento stesso del ballo, attraverso l’improvvisazione e la comunicazione tra i ballerini, nella gestione dello spazio a disposizione.
Esistono comunque delle sequenze e figure, insegnate per fini didattici, che codificano la tecnica di improvvisazione:
• La Camminata – è la base del tango e malgrado la sua apparente semplicità è forse la figura più difficile da realizzare.
• Quadrato o Baldosa – è una figura didattica di sei passi che disegna un rettangolo. L’uomo partendo col piede destro esegue: passo indietro, di lato a sinistra, avanti, avanti, di lato a destra insieme.
• Salida basica – è una sequenza didattica di 8 passi. L’uomo partendo col piede destro esegue: passo indietro, di lato, avanti, avanti, unisce i piedi e guida alla donna un incrocio, avanti, di lato, insieme.
• Cadenza – è il tenere il ritmo sul posto.
• Ocho – l’uomo guida alla donna un passo e consecutivamente un pivot (una rotazione col peso portato sulla punta del piede), facendo così in modo che la donna disegni un otto (in spagnolo ocho) con i piedi. A seconda della direzione del passo si otterrà un ocho in avanti (ocho adelante) o all’indietro (ocho par atras).
• Molinete – tipica figura del tango Salon, nella quale l’uomo e la donna girano camminando attorno all’asse della coppia.
• Giro – l’uomo guida la donna in un giro attorno al proprio asse. La donna è come la ruota di un mulino il cui asse è l’uomo.
• Sacada – Uno dei 2 elementi della coppia invade lo spazio del partner effettuando un passo verso la gamba del partner su cui non c’è peso. Se l’invasione avviene con un passo in avanti si parla di sacada in avanti, se invece avviene effettuando un passo indietro, si parla di sacada all’indietro.
• Parada – l’uomo interrompe col piede il passo della donna. In realtà l’uomo guida un arresto alla donna contemporaneo all’interposizione del piede sulla traiettoria del di lei passo.
• Barrida – Uno dei 2 ballerini sposta il piede dell’altro ballerino, su cui non c’è peso, col proprio piede. In realtà anche la barrida è un effetto ottico, cioè l’uomo non sposta col piede il piede della donna, ma le guida un passo e lo effettua con lei, mantenendo il contatto tra i piedi.
• Colgada – figura caratterizzata da un abbraccio aperto in cui la coppia è molto vicina con i piedi e lontana con le spalle.
• Volcada – figura caratterizzata da un abbraccio molto chiuso in cui la coppia è molto vicina con le spalle e lontana con i piedi.
• Salti e sollevamenti – figure da show in cui la ballerina effettua figure aeree spettacolari col supporto del partner.
• Sentada – Figura spettacolare da show dove la donna effettua una sorta di “seduta” sulla gamba del ballerino, allungata e tesa verso l’esterno.
La lingua del tango è il lunfardo. Forma di linguaggio in uso a Buenos Aires, spesso utilizzata nei testi di tango. E’ formata dalla contaminazione della lingua castigliana con termini (spesso dialettali) spagnoli, italiani, francesi, inglesi e tedeschi, successivamente “castiglianizzati”, ovvero trasformati per essere utilizzati con una fonetica più adatta alla lingua in uso. Un’altra caratteristica del lunfardo è quella del “vares” ovvero il cambio della posizione delle sillabe all’interno della stessa parola, un pò come si usa negli ultimi anni a Parigi.
Esempi di termini “castiglianizzati”:
Seccare-> Secar
Scocciare -> Escochar
Crepare -> Crepar
Festicciola -> Festichola
Ciao -> Chau
Esempi di applicazione del “Vares”:
Tango -> Gotan
Cabeza -> Zabeca
Viejo – > Jovie
Galateo della Milonga
di Carlos Gavito
per ballare il Tango
Carlos Gavito, grandissimo maestro e ballerino di Tango Argentino, ma sopratutto uomo dai modi raffinati e pieni di fascino, scrisse queste che erano, e sono, le regole sulle quali si basa la buona convivenza all’interno di una milonga.
Queste regole vengono insegnate nei corsi di tango argentino fin dalla prima lezione di tango, affinché diventino parte del tango stesso.
Quando si entra nella milonga ed è in corso un ballo non si attraversa la sala e si cerca di raggiungere il più rapidamente possibile il proprio posto camminando lungo la disposizione dei tavoli per evitare di intralciare il passo alle coppie che stanno ballando.
Al tavolino, mentre è in corso un ballo, si cerca di stare in silenzio per non disturbare la concentrazione dei ballerini e per non coprire la musica.
E’ maleducazione parlare durante le comunicazioni del musicalizador e soprattutto durante le esecuzioni del complesso orchestrale.
La direzione del ballo è esclusivamente da destra a sinistra, quindi nel senso contrario a quello dell’orologio.
La coppia si muove sempre e soltanto in avanti sulla stessa linea ideale. Non ondeggia a destra e a sinistra, non taglia la strada ad altre coppie, non effettua alcun passo indietro.
Il tanguero prima di eseguire la salida, controllerà lo spazio disponibile di intorno a se, aspettando il momento corretto per inserirsi nel ballo, eviterà il passo 1 e inizierà direttamente col passo 2 della base.Durante il ballo il tanguero evita sempre il passo indietro.
Il tanguero durante il ballo controlla sempre lo spazio davanti a sè, a destra e a sinistra per evitare lo scontro con altre coppie
Il tanguero si preoccupa di non condurre la propria ballerina addosso ad altre coppie
Se la milonga è affollata il tanguero evita in modo particolare di comandare alla propria ballerina il voleo medio e alto, ganci, etc.
Se la milonga è affollata la coppia non si ferma mai per eseguire una figura, se non negli spazi eventuali a fondo sala. La coppia che insiste nell’invadere lo spazio con figure può essere invitata ad abbandonare la milonga.
Le coppie avanzate evitano di creare imbarazzo alle coppie principianti e tollerano i loro errori.
Le coppie principianti devono tenere presenti le regole della milonga.
Ai ballerini che non si conoscono si offre una cordiale accoglienzaI ballerini si salutano anche se non si conoscono
Quando si lascia la milonga non ci si scambiano i saluti creando gruppi nello spazio delle coppie che stanno ballando.
Non si parla mentre si balla un tango.
Il tango nuevo è uno stile di ballo e d’istruzione.
Il tango nuevo come stile d’istruzione dà risalto ad un’analisi strutturale del ballo ed è il risultato del lavoro “del gruppo di ricerca di Tango” formato inizialmente da Gustavo Naveira e da Fabian Salas negli anni 90 a Buenos Aires, che iniziarono a chiedersi non solamente come fare una figura, ma il perché quella determinata figura funzionava in una data maniera.
Studiando e dividendo i singoli movimenti del tango in maniera sistematica, hanno generato un metodo per analizzare l’insieme completo delle possibilità dinamiche nel tango, definite da due corpi e da quattro piedi che si muovono nella camminata o nei giri, arrivando così a quello che viene anche definito “Stile Destrutturato”.
All’interno della camminata aprirono la strada all’inserimento dei movimenti inizialmente chiamati “alterazioni” e successivamente “cambi di direzione” o “cambios”.
Nei giri approfondirono lo studio dell’esatta posizione dell’asse durante il giro stesso (all’interno dell’uomo, all’interno della donna, in mezzo alla coppia), producendo così uno stile molto fluente e morbido, con i ballerini che ruotano ognuno intorno all’altro con un cambio costante della posizione.
È uno stile estremamente naturale e semplice che ricerca la spontaneità, la naturalezza e l’improvvisazione in ogni istante.
Da questo stile d’istruzione, si è sviluppato un nuovo stile di ballo, denominato “Tango Nuevo” i cui interpreti più famosi sono Gustavo Naveira, Fabian Salas e Mariano Chicho Frumboli.
Abbastanza interessante da notare è che tutti questi ballerini hanno stili molti diversi che non possono essere confusi tra di loro, tuttavia possono essere riconosciuti facilmente come ballerini di nuevo tango proprio per l’uso della stessa metodologia.
Il tango nuevo ha progressivamente influenzato molti altri stili, come il tango show e il tango da sala, soprattutto per quanto riguarda la didattica e la perdita di rigidità nei movimenti della coppia, mantenendo al tempo stesso le regole tradizionali del rispetto dello spazio nella coppia e della continua ricerca della frontalità.
Le origini del tango nuevo
Tango Nuevo, Le origini
Prima di tutto una piccola premessa, piccola perché l’argomento è vasto e andremmo fuori tema. Dal 1955 al 1983, salvo brevi interruzioni, l’Argentina è stata “governata” dai militari, con effetti che tutti purtroppo conosciamo, il tango in questo periodo non era benvisto, le milonghe erano chiuse quasi tutte, i raggruppamenti erano “sconsigliati”, insomma a tutto si pensava tranne che a ballare.
Mi ha fatto notare un amico argentino che questo ha provocato un’anomalia, ovvero che a Buenos Aires le persone che ballano il tango sono, salvo ovviamente eccezioni, o molto anziane, o molto giovani, senza le vie di mezzo che altrimenti ci sarebbero state.
Le persone anziane perché ritrovano il gusto di ballare un ballo della loro giovinezza, i giovani, stanchi di rock, salsa, disco, lo riscoprono. Troviamo quindi due modi di pensare, uno più vecchio ed uno più nuovo, forse con un’idea romantica, data dai racconti dei genitori, ma con un’esperienza totalmente diversa.
In questo periodo il tango è sopravvissuto grazie alle compagnie che portavano gli spettacoli in giro per il mondo, agli esuli che per passione o necessità insegnavano quello che sapevano, più tardi grazie anche a maestri intraprendenti (ed intraprendenti investitori americani) che registrarono lezioni di tango su videocassette per venderle poi in giro per il mondo.
Lo studio delle dinamiche del tango
Ad un certo punto, all’incirca il 1997, alcuni maestri iniziarono a chiedersi non solo come effettuare un buon passo, ma perché quel tale passo funzionasse in una data maniera, in base a quali dinamiche, a quali punti di equilibrio, non si accontentarono più quindi di ripetere qualcosa di già visto, ma cercarono nuovi modi di farlo.
Per fare ciò iniziarono a capire che le figure del tango funzionano bene se sono in equilibrio, e per essere in equilibrio devono essere racchiuse all’interno di un triangolo.
Questo triangolo poi, riposizionato in verticale anziché in orizzontale, fu la base dello studio delle figure dinamiche circolari.
Da qui, all’applicazione della destrutturazione, ovvero la scomposizione sistematica di ogni singolo movimento, e la loro seguente ricomposizione, il passo è stato abbastanza breve, già nel 2000 le dinamiche circolari e le sostenidas venivano insegnate al CITA, accanto a salti e figure acrobatiche del tango da palcoscenico.
Il Tango è uno!
Successivamente si è dato un nome a ciò che stavano facendo, attribuendo etichette a nuovi movimenti, ed allo stile nuevo in generale: prima era tutto tango per tutti, dopo è diventato, ma solo per alcuni, “qualcos’altro”, ad oggi la tendenza è ritornare al pensiero che il “Tango è uno”, essendo ormai completamente assimilata la didattica del tango nuevo e quindi decaduta la necessità di dividere le cose.
Alla fine il tango nuevo è semplicemente lo studio dei singoli movimenti del tango argentino, presi ognuno per conto proprio, ricombinati poi successivamente senza però darne una sequenza fissa, ma a libera interpretazione dei ballerini, quindi è uno strumento didattico ed un modo di porsi all’interno della coppia.
Certo, per chi non studia in questa maniera la cosa che colpisce di più sono i movimenti fuori asse, la perdita di frontalità, e le rifiuta, ma è solo un modo di vedere senza voler capire.
Si può ballare il tango nuevo senza perdere frontalità?
Si, perché le dissociazioni, che fanno parte integrante ed essenziale del suo studio servono essenzialmente a quello, a non perdere la frontalità con la persona con cui stiamo ballando.
Si può ballare il tango nuevo nell’abbraccio stretto?
Si, si può ballare in qualsiasi tipo di abbraccio, adattandolo a quello che vogliamo fare, non siamo assolutamente vincolati, balliamo con una persona che ci piace abbracciare.
Si può ballare il tango nuevo su musiche tradizionali?
Si, perché il tango argentino si balla sul ritmo e sulla melodia, e noi balliamo tango argentino, ci sono persone che non sentono la musica e ballano su qualcos’altro, ma accade in tutti gli stili.